© Illustrazione di Carla Manea per Ibby Italia
La nostra esistenza è l’insieme di un continuo e perpetuo ciclo diviso in tre parti: Inizio, giro, fine.
Ogni esperienza, ogni singolo momento vissuto, fa parte di questo ciclo.L’amore , così come la natura della vita stessa, fanno parte di questo ciclo.
Ribellarsi non serve, perché non siamo costretti da nessuno.
La ribellione non comporta mutamenti, ma solo nuovi cicli.
Scegliere una nuova strada chiude automaticamente il precedente ciclo, aprendone uno completamente nuovo.
Il dolore rappresenta la voragine che impedisce la fine.
La sospensione su un vuoto apparentemente incolmabile.
Il futuro appare come avvolto dalla nebbia, il passato invece troppo evidente e "presente".
C’è chi dice che bisogna affrontare il passato, per avere una speranza.
Una piccola luce capace di filtrare la fitta nebbia.
L’affronto costituisce una battaglia. Una battaglia che rischia di diventare una guerra in grado di annientarci.
Ciò che è passato è passato.
Non è codardia, ma semplice costatazione.
Non abbiamo mai bisogno di affrontare qualcosa, per poterla sconfiggere.
Abbiamo dalla nostra la miglior soluzione: ASSIMILARE.
Assimilare il dolore ci porta a capirlo, a comprendere meglio l’insieme.
Assimilare significa redigere un resoconto degli eventi, analizzarli analiticamente.
Una volta compreso quel ciclo lo si ripone come si fa con i libri già letti.
Solo così tutto sarà concluso.
La voragine sarà colmata dalle pagine scritte, una brezza nuova dipanerà la foschia e la luce ricomincerà a filtrare.
Assimilare significa comprendere.
Il dolore diventa così parte del ciclo, formando l’importante fondamenta su cui costruire il prossimo.
Come monito di ciò che fu, e base di ciò che sarà.
Indipendentemente dal tempo.
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