venerdì 23 marzo 2018

La Luna sul comò : Recensione Moon Light




"Non voglio mica la luna..." cantava Fiordaliso.



E invece , appena l'ho vista tra i feed di Amazon, l'ho desiderata ardentemente.
Esiste in diverse dimensioni. Io ho scelto quella da 15 cm di diametro.
E' un gadget d'arredo davvero stupendo, minimale e composto da una base in legno elegante posizionabile in diversi modi.
Questo oggetto luminescente riproduce la luna, nel verso senso della parola.
Tutta la sfera infatti ha rilievi semi 3D che ricalcano alla perfezione il suolo lunare, rendendo così ancora più "realistica" la riproduzione.
"Moon Light" ha tre diverse tonalità di colori. Ognuna di queste rappresenta il mood che di solito la luna ci dona quando è piena e alta in cielo.
Per capire e ammirare le sfumature, basta guardare le foto in basso.
La confezione contiene la sfera, la base in legno e un piccolo cavo usb di ricarica ( molto corto).
Moon Light può essere ricaricata e utilizzata in ogni luogo voi decidiate di posarla.
Mentre è in carica , si colora di un rosso tiepido. Appena terminata la ricarica, si spegnerà autonomamente.
Per accenderla basterà spostare il tastino posto alla base e toccare appena la parte superiore della sfera.
Toccando con decisione la parte superiore per più volte, potrete cambiare colore o spegnerla ( per spegnerla totalmente bisogna nuovamente spostare su OFF il piccolo tasto nero alla base).
Può funzionare sia attaccata perennemente all'elettricità con cavo Usb, o ovunque voi vogliate dopo averla ricaricata.
La carica dura prevalentemente circa 4 ore.
Non si può regolare l'intesità della luce.
Crea una luce soffusa, inadatta a leggere o qualsiasi attività correlata.
Non contiene piccole parti, adatta quindi a stanzette per bambini.

Ideale come regalo.

Farete un figurone!


La potrete trovare su Amazon cliccando direttamente sul badge in basso.








Ni No Kuni II: Il Destino di un Regno King's Edition Collector's






E' impossibile , se si è appassionati di GDR orientali, non conoscere il primo Ni No Kuni.


Uscito originariamente in esclusiva su Ps3, vantava tra le tante cose , la presenza nel team di sviluppo dei ragazzi di Studio Ghibli.

Gli stessi autori di splendidi lungometraggi animati come "La città incantata", "Il castello errante di Howl", "Il mio vicino Totoro" e tanti altri.

Così come il primo capitolo, anche questo secondo Ni No Kuni , vanta la presenza ( seppur ridotta) dei ragazzi dello studio Ghibli. E questo si nota in ogni piccolo anfratto del gioco.

La bellezza di questa fiaba è data proprio dallo stile grafico in Cell Shading.

Il Cell Shading, per chi non lo conoscesse , è una tecnica grafica che consente di riprodurre asset grafici e personaggi come se fossero disegnati a mano . Questo dona al titolo ( come da tradizione Level5) un'aspetto molto simile ad un anime, contribuendo a rendere su schermo qualcosa di assolutamente superlativo.

I colori, le animazioni, le musiche. Tutto sembra essere uscito da un film dello studio Ghibli.

La cura per ogni singolo dettaglio, le scene di intermezzo, le magie , gli incantesimi, gli scorci evocativi, tutto richiama poesia.

Senza contare che il gameplay, seppur semplice e immediato rispetto a grandi titoli dello stesso genere, risulta essere sempre divertente e mai noioso.

In questo nuovo capitolo inoltre fanno capolino anche alcune sezioni gestionali, opzionabili, rendendo l'offerta ludica di questo Ni No Kuni II assolutamente ricca e imperdibile.

L'edizione " King's Edition Collector's" è ricchissima di contenuti.






In ordine è presente :


+ Diorama in cartone Evolution of a King, con Vinile serigrafato contenente 2 tracce della colonna sonora del gioco;

+ ArtBook

+ Season pass ( per scaricare gratuitamente tutti i DLC in uscita nei prossimi mesi )

+ Carillon in campana di vetro, con i personaggi in 3D su scenario che ruotano e in sottofondo il tema principale del gioco;

+ Il gioco Completo

+ La steelbook in metallo originale


Il prezzo potrebbe far desistere molti, e probabilmente pur volendola acquistare , ormai è sold out ovunque.

Nel caso dovesse tornare nuovamente disponibile su Amazon... ACQUISTATELA.

A differenza della limited del primo Ni No Kuni , questa vale ogni singolo centesimo speso.


Per l'acquisto, cliccate sul banner in basso.









mercoledì 14 marzo 2018

La presenza dettata dall'assenza





Se si prova ad invertire le parole, il senso della frase cambia. Così come il contesto in cui viene espressa.
In entrambi i casi però , è il pensiero fisso che detona tutto. Ed è proprio il pensiero a far scaturire le migliori/peggiori reazioni, nell'essere umano.
Molto spesso siamo portati a cercare risposte, formulando e ricalcolando ogni singolo secondo della nostra vita.
Potremmo trovare soluzioni, o nuovi problemi. Non esiste però una ricetta segreta.
Non esistono strade alternative.
Esiste solo una strada maestra, completamente in salita: Capire l'assenza!
Compiere viaggi d'introspezione , specie se lunghi e complessi, si rivela essere molto doloroso.
È strano, ma è come prendersi a schiaffi da soli , pretendendo risposte da chi in teoria si pone delle domande.
Siamo noi i custodi delle risposte. E siamo sempre noi a doverle fornire quanto più chiare possibili.
Ho compiuto viaggi d'introspezione ardui quanto una guerra mondiale. Ho lottato contro la paura , con l'inesperienza di un giovane mandato al fronte.
Ho sulla mia pelle cicatrici di parole, e graffi di lacrime acide.
Eppure , l'assenza ha finito per essere presenza, ma senza più il dolore fisso di mille aghi.
Ero dilaniato dai dubbi, e perseguitato da mille e mille domande apparentemente senza risposta.
Rincorrevo i due me.
Il primo era un bibliotecario anziano, coi capelli color argento e le mani segnate dal tempo.
Spingeva lunghi carrelli pieni di libri, con quel tipico profumo delle librerie del'800.
Ogni notte accendeva una lanterna ad olio. La fissava bene sul carrello, caricava tomi sempre più grandi, e prima di partire accendeva il giradischi posto sulla sua scrivania di ebano scuro.

Il 33 giri era sempre il solito : Senza Fine - Gino Paoli .


"Senza fine, tu sei un attimo senza fine,
non hai ieri, non hai domani
tutto è ormai nelle tue mani, mani grandi,
mani senza fine..."




Camminava a passo lento , sorridendo e sistemandosi di tanto in tanto i minuti occhiali,poggiati delicatamente sul naso.
Sembrava passeggiare, tra gli scaffali di quella libreria senza tempo. Come se lo spazio fosse una formula non pervenuta.
Di tanto in tanto era attraversato dai raggi della luna, che filtravano da finestre adagiate su un soffitto senza tegole.
L'altro, invece, era un giovane maratoneta addormentato su una sdraio ,a lato della scrivania.
Silente, apparentemente morto ,sino a che non partiva la musica.
In quel preciso istante, mentre il bibliotecario si allontanava , il giovane cominciava a correre.
La corsa però era affannata, impossibile. Pur scattando in velocità , il terreno sotto i piedi era come fermo. Restava sul posto, pur sudando e affannandosi a smuovere se stesso e ciò che lo circondava.
E si andava avanti cosi tutta la notte. Con il 33 giri che suonava a ripetizione "Senza Fine", il bibliotecario in giro a sistemare enormi volumi e il maratoneta che correva sul posto.
All'alba, quando la luna si eclissava e il sole timidamente si affacciava all'orizzonte, il bibliotecario tornava alla sua scrivania ,con il carrello ormai vuoto.
Il maratoneta invece, stanco e distrutto dalla corsa impossibile, andava a stendersi sulla sdraio, cadendo in un sonno apparentemente eterno.
È le notti continuavano ad essere sempre così. Lente e veloci, metodiche e distratte.
Proprio mentre il ciclo si andava a ripetere per l'ennesima volta, accadde l'impossibile.
Il bibliotecario perse l'equilibrio , rovesciando per terra i tomi e la lampada ad olio.
Il giradischi si fermò , come se qualcuno avesse tranciato la spina. In pochi secondi, la lampada rovesciata per terra scatenò un incendio, coinvolgendo dapprima i libri rovesciati dal carrello, e poi gli scaffali vicino.
Il maratoneta era fermo, data l'assenza della musica, ma rimase comunque sveglio, con gli occhi fissi sul fuoco che avanzava. Atterrito e bloccato dalla paura. Con il cuore che pulsava a mille , come un treno in corsa verso un ponte crollato.
Si mise a correre a stenti, il bibliotecario. Non era abituato.
Mentre passava dalla scrivania , raccogliendo alcuni documenti importanti, guardò il maratoneta come fosse la prima volta.
Lo scrutò con attenzione, cercando di capire dove e come avesse mai incontrato questo soggetto. Riconobbe , dopo interminabili secondi , se stesso da giovane.
Provò a toccarlo per tentare di ricevere risposte o segni, ma nulla. Il maratoneta era fermo e immobile.
Il fuoco avanzava costantemente, e il calore sprigionato dalla combustione dei libri emanava un odore acre. Un misto tra il legno e l'impalpabile sensazione di vuoto.
Il bibliotecario tentò in ogni modo di spingere o tirare a se il maratoneta, ma nemmeno la spinta più forte sembrava far nulla.
Con tutte le forze che gli rimanevano, prese il ragazzo in braccio, e lo portò ( non senza problemi) fuori da quel luogo.
Fu a quel punto che il maratoneta si disincantò, fissando dapprima l'incendio, e poi il bibliotecario.
Ci fu un silenzio interminabile, durante il quale i due si fissarono, cercando di capire di più l'uno dall'altro.
Si sedettero quasi contemporaneamente , ammirando la luna e il fumo che alto si ergeva verso il cielo nero.

"Ti ho rincorso, sperando di poterti prendere, ed evitare l'incendio"

"Quindi sapevi già sarebbe successo?"

"Si. Ci sono state alcune varianti, ma è tale e quale alle altre volte."

Il bibliotecario sorrise. " Dalla scorsa volta ho voluto carpire il meglio, cercando di evitare ciò che è successo."

"Ma accade sempre. Nonostante tu possa ricordare tutto, succede sempre. Prima o dopo, il fuoco arriva, e arde tutto".

"Se tutto cambia, ma resta uguale, cosa dovremmo fare per far si che cambi per davvero?"

Il maratoneta prese la mano del bibliotecario " Dovremo smetterla di essere due persone connesse e contemporaneamente disconnesse. Se solo io potessi.."

"Aiutarmi?"
Lo arrestò il bibliotecario. "No, sei avventato, maldestro. Saresti capace solo di anticipare l'irreparabile".

"Quindi vuoi dirmi che la soluzione , per te, è cercare di fare tutto da solo, sperando di non sbagliare e andare avanti?"

"Tu sei mai andato avanti?"

"No, ma neanche tu. È per questo che voglio aiutarti, voglio aiutarmi. La tua esperienza farà si che io non sbagli. E la mia velocità farà si che tutto sia sempre in ordine , senza alcun incendio."
" È se sbagliassimo pur essendo insieme?"

"Insieme ci sosterremo, e cercheremo di migliorare. Siamo due mani, un passato e un futuro.
Siamo assenza e presenza. L'una legata all'altra.
Siamo lentezza e velocità, problema e soluzione, passato e presente."

"Manca il futuro, però"

"Appena possibile, verrà a trovarci".


La presenza è dettata dall'assenza.
E l'assenza è dettata dalla presenza.
Che sia il pensiero, una lettera, un abbraccio o un soffio di vento, cerca di capire sempre cosa spinge la presenza ad essere un'assenza , nella tua vita.
E cerca di capire sempre cosa spinge l'assenza ad essere una presenza ,nella tua vita.
Finché rincorrerai te stesso, attraverso i piani dimensionali delle tue domande, le risposte ci saranno sempre, ma nascoste tra i libri. E per errore, dati alle fiamme.

mercoledì 7 marzo 2018

L'inizio del viaggio già cominciato.




Il titolo dice tanto, ma non abbastanza.
Siamo soggetti a nuovi inizi, anche quando il precedente viaggio non è ancora terminato.
Un insieme di luoghi, partenze e ricordi. Ricordi che fanno parte di un "passato" passato da poco.
E' chiaro che questo nuovo inizio è dato dalla scelta di aprire un blog. Una pagina personale dove scrivere, esporre, raccontare. Mettere nero su bianco, o bianco su nero, tutto ciò che la mia vita saltuariamente incontra.
Questo spazio non è un luogo ben definito. Non sarò sempre pragmatico.
A volte ho quel bisogno incombente di essere teorico, astratto.
La realtà oggettiva, molto spesso, è come una gabbia piena di regole.
É necessaria la leggerezza del vento, per non restare ancorati al suolo per molto tempo.
Non ho un compito ben specifico. Scrivo perchè sento di poter , e voler scrivere.
"Cogito Ergo Sum" non appare come sottotitolo del mio blog solo perchè "frase bella da leggere".
Il concetto di Cartesio scava più in profondità di quanto si pensi, nell'animo umano.
"L'uomo riscopre la sua esistenza nell'esercizio del dubbio". 
La nostra stessa esistenza è  data da quel continuo porsi delle domande.
La necessaria , quanto opprimente  , voglia di avere delle risposte. E molto spesso la paura di trovare, e il seguente adombrare eventuali concetti già scoperti.
Sono Gabriele Librando , e questo è l'inizio del viaggio già cominciato.

L'intercapedine del mio destino

L'anima è l'essenza modellabile che governa il cuore. E' così che vedo il mio essere. Forgiato dall'esperienza, dagli errori...