lunedì 13 dicembre 2021

Una mille lire per la vigilia di Natale



Presi la lista della spesa, la piegai per bene e la misi nella tasca più ampia del mio cappotto.
Sistemai i miei capelli allo specchio e allacciai per bene le scarpe.
Mia madre era inginocchiata a sistemare il giubbino ad Anna. 
La sciarpa era piena di brillantini, proprio come piaceva a lei, bimba di 3 anni fissata con le cose "sbrilluccicose".

"Fatto", esclamò rialzandosi.
"Mi raccomando, dritto al supermercato e poi a casa."
La fissò per un momento e poi continuò "Tienile la mano, specialmente sulla strada dietro la chiesa. Li c'è vento, e le macchine passano velocemente".
Annuì, annoiato dalle solite raccomandazioni.
Presi i soldi, li misi nella tasca anteriore dei jeans e uscì di casa.
Via Municipio era stata addobbata a festa dalla Fidas, l'associazione dei donatori di sangue.
Il freddo pungente del 24 Dicembre  1996 era qualcosa che oggi definiremmo straordinario.
Camminavo a passi lenti, rispettando i piccoli passi di quella piccola biondo/castano con le scarpette lucide.
Arrivati in cima alla salita ci si parò di fronte Piazza Vittorio Emanuele.
Un piccolo gioiello adornata a festa per il Natale.
A sinistra il Bar Centrale, dritto la strada che portava al supermercato. Una strada stretta che fiancheggiava a destra  la maestosa chiesa dell'Addolorata.
"NONNO" esclamò Anna.
Mi lasciò la mano, e corse verso di lui.
Nonno Rocco era fuori dal bar, che parlava come suo solito con gli amici.
La prese in braccio, baciandola e stringendola forte.
Lei stretta al suo collo, come se non lo vedesse da chissà quanto.
"Dove state andando con questo freddo?" mi chiese.
"Al supermercato, perché la mamma ha dimenticato alcune cose".
Fece scendere Anna per terra, mise la mano nella tasca e tirò fuori duemila lire.
Mille a me, mille a mia sorella.
Sorrise esclamando "Comprate qualcosa anche per voi".
Lo abbracciammo insieme, ringraziandolo.
Partimmo alla volta del supermercato.
Man mano che ci avvicinammo alla strada che costeggiava la chiesa il vento aumentò.
Anna era visibilmente in difficoltà, così la presi in braccio, tendando di proteggerla quanto più potevo.
Arrivati sulla soglia del supermercato, la feci scendere.
Fu li che cominciò la "tragedia".
"La mia mille lire" esclamò.
Aprì le mani, e vidi che non aveva nulla. 
Guardai nelle sue tasche più e più volte. La mille lire era scomparsa.
Cominciò a guardarmi piangendo.
Tornammo indietro, rifacendo il percorso e sperando di trovarla.
Il vento dava poche speranze, e man mano diventava sempre più pungente.
Dopo aver rifatto il percorso diverse volte, decisi di fermare le ricerche. 
Era inutile. Probabilmente i soldi erano volati via chissà dove.
Anna era disperata. "Voglio l'ovetto", continuava a ripetere.
Entrammo nel supermercato e cominciai a prendere quelle poche cose scritte nella lista.
Mamma conosceva i prezzi dei singoli prodotti, e per evitare che perdessi eventuale resto mi aveva dato il costo esatto della spesa. 
Non avevo quindi spazi di manovra per poter prendere l'ovetto.
Anna non fece i capricci. Era "solo" in lacrime.
Cercavo di consolarla. Magari mamma ci avrebbe dato i soldi per tornare a prendere l'ovetto.
Io intanto avevo adocchiato in cassa i Kinder Cereali. Costavano cinquecento lire l'uno.
"Con mille lire ne prendo due" pensai, pregustando quel momento.
Avevo però Anna che piangeva, ora disperata.
I suoi lacrimoni erano così grandi che scendendo cominciarono a bagnare in modo vistoso la sciarpa.

Mentre eravamo in fila per la cassa, la fissai.
Mi si strinse il cuore. Probabilmente fu la prima volta che pensai "non posso".
Avevo già poggiato i Kinder Cereali sulla cassa. Li fissai, e con gesto veloce li riposi.
Presi l'ovetto e lo passai a lei.
Si fermò di colpo. Mi guardò dapprima incredula, poi sorridente.
Presi un fazzoletto , e gli asciugai il viso.
Imbustai i prodotti, e prendendole la mano esclamai "Non far volare anche questo".
Lei annui e lo mise per sicurezza insieme alla spesa.
Mentre tornavamo a casa saltellava felice.
Io avevo in tasca delle goleador, ricavate dal resto di quelle mille lire.
L'ovetto, nel 1996, costava 800 lire. Le goleador solo 50 lire.
Fu la prima volta che "sacrificai" un mio desiderio per lei.
Apparentemente non un grande sforzo. Erano pur sempre mille lire.
Quel giorno però scattò in me qualcosa che, negli anni, si è rafforzato.
Avevo 10 anni, una sorella di 3 e un 'anima che andava via via costruendosi.
La vigilia fu salva, un ovetto scartato e una mille lire in volo chissà dove.



L'intercapedine del mio destino

L'anima è l'essenza modellabile che governa il cuore. E' così che vedo il mio essere. Forgiato dall'esperienza, dagli errori...