venerdì 28 luglio 2023

L'immensità del dialogo come un mare dentro. Fuori invece ciò che non serve.




Il giudizio altrui ferisce quando inaspettato, crudele. Magari espresso sotto le mentite spoglie dell'essere "senza filtri". E bada bene, non dipende dalla severità con cui è espresso.
La severità serve a dare un tono alle situazioni, ad identificarne maggiormente l'importanza.
Quando però non apporta ciò che in genere un giudizio genuino dovrebbe fare, in quel preciso istante diventa nullo.
Potrei descrivere dettagliatamente tutte le volte in cui un giudizio espresso in modo non costruttivo sia finito per arrecare tristezza, disagio, malessere.
Ma non è questo il punto.

Ho capito con il tempo che il giudizio è sano, aiuta a correggere il tiro su una situazione che dal nostro punto di vista potrebbe apparire in modo diverso.
Serve empatia, capacità di comprendere le emozioni di chi abbiamo di fronte. Che sia la nostra vita professionale o privata non importa. 
Ad un certo punto è necessario scindere ciò che non serve da ciò che è essenziale.
I giudizi sani vanno abbracciati. Permettono di migliorare, di affinare ed evolvere le capacità, di risolvere situazioni. L'essere proattivo inoltre mi ha permesso di filtrare analiticamente le situazioni.
Ho saputo identificare gli spunti da cui poter ripartire, per poter dialogare e poter instradare un percorso sano di convivenza professionale e personale.
Il nostro sorriso è il mare dentro, tutto ciò che rimane fuori è solo eco sordo disperso nello spazio di ciò che non ci interessa, e non può più farci male.

 

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